6 gennaio 2012

Stati di allucinazione [Megaupload]

Eddie Jessup, giovane scienziato, rivolge i suoi interessi alle ricerche sulle origini della vita attraverso la mente umana. Aiutato da due colleghi, Jessup studia i risultati di un test cui sono stati sottoposti alcuni studenti: si tratta di immergersi in una vasca di acqua salata e di rimanere in quella posizione soli e al buio: in tal modo si arriva alla perdita di coscienza della realtà e, forse, al recupero di sensazioni appartenenti ai primordi della vita umana. Ma a Jessup questi risultati non bastano, sente il bisogno di sperimentare su se stesso il test, portandolo anzi all'estremo limite della resistenza umana.


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Titolo Originale: ALTERED STATES
Anno: 1980
Nazione: USA
Durata: 102 Min
Regista: Ken Russell
Sceneggiatura: Sidney Aaron
Cast: Bob Balaban, Drew Barrymore, Blair Brown, Peter Brandon, Dori Brenner, Charles Haid, Miguel Godreau, William Hurt, Thaao Penghlis, Charles White Eagle
Fotografia: Jordan Cronenweth
Montaggio: Eric Jenkins
Musiche: John Corigliano
Produzione: HOWAR GOFFRIED
Distribuzione: PIC RICCI E MARINELLI (1981) - WARNER HOME VIDEO
Soggetto:
ROMANZO DI PADDY CHAYEFSKY

Curiosità:
REVISIONE MINISTERO SETTEMBRE 1992 - SECONDA EDIZIONE

5 commenti:

SemprePat ha detto...

Perché guardare questo film snobbato da molti, criticato da altri, quasi sconosciuto ai giovani abituati agli effetti del 3D e alla digitalizzazione
Cito Lud:
Perché è un capolavoro che ha rivoluzionato il cinema di fantascienza negli anni '80. Già questo basterebbe ma ci sono anche altri motivi forse più accattivanti.
1° fa conoscere al mondo un giovanissimo ma già strepitoso W. Hurt e non è cosa da poco se amate e apprezzate come me questo attore.
2° per la colonna sonora di J. Corigliano che da sola riesce a mandare in acido il cervello portando lo stato mentale dello spettatore allo stesso livello del protagonista, facendo si che questo si identifichi quasi totalmente già dalla prima scena creando uno stato di claustrofobia psicotica che passa nel momento esatto in cui termina la musica.
3° per passare quasi 2 ore “immersi” in immagini surreali e psichedeliche e tentare di capire cos'è la psicosi, perchè, secondo me, di questo voleva parlare il regista
*Il film prende spunto dal lavoro di John Lilly e gli studi da lui condotti sugli stati alterati di coscienza. Nei primi anni '50 cominciò a sperimentare su se stesso gli effetti della vasca di deprivazione sensoriale insieme all'uso di LSD e KETAMINA. Da queste esperienze capì che non solo il cervello non smetteva di funzionare, anzi il galleggiamento gli aveva conferito la sensazione di riposo più profonda che avesse mai provato. Inoltre in assenza di stimoli esterni, il cervello tendeva a indurre uno stato onirico profondo in cui a volte si manifestavano anche allucinazioni. Successivamente ai suoi studi la vasca di deprivazione sensoriale divenne uno strumento diffuso per raggiungere rilassamento, benessere e introspezione interiore*(fonte wikipedia).
La simbologia delle visioni è, forse, un po' banale al giorno d'oggi, abituati ormai a film horror di stampo religioso, ma la psicoanalisi junghiana è senza tempo. Il film è permeato della teoria degli archetipi di Jung: gli archetipi sono modelli ereditari che si presentano nelle manifestazioni psicologiche inconsce dell’umanità. Essi sono quindi i componenti figurati appartenenti all'inconscio collettivo. Li ritroviamo nelle religioni e nelle tradizioni dei popoli di tutto il mondo, pensate alle favole, alle leggende e i miti che ci tramandiamo da generazioni. Nel film il regista usa l'esoterismo come pretesto per coinvolgere lo spettatore (l'agnello dai sette occhi, l'anticristo, le visioni dantesche e infernali) perché sono “simboli classici” che riconosciamo, fanno parte dell'immaginario collettivo religioso, ma sono anche manifestazioni spesso comuni nell'esperienza psicotica (sentire la voce di Dio, essere posseduti dal maligno, sacrificare l'agnello innocente (uccidere) ).
Nel corso del film il protagonista esperisce molti sintomi caratteristici della malattia: deliri, visioni, difficoltà a farsi capire a causa di un'afasia temporanea, fino a convincersi, e qui si entra nella fantascienza e ci si avvia alla fine del Trip, di poter addirittura modificare la materia tornando ad uno stato di primaria matrice.
Edward diventa ”l’uomo-scimmia senza parola” e retrocede ancora di più, fino a divenire una massa informe di materiali organici, il brodo primordiale dal quale tutto è nato.
Viaggiamo insieme al protagonista attraverso la mente e lo spirito, tocchiamo con mano le nostre paure, cerchiamo la conoscenza profonda delle nostre radici primordiali, sondiamo l'universo più profondo alla ricerca della verità pura e dell'esistenza di Dio.
Ma la realtà è che dobbiamo accettare i nostri limiti e convincerci che ognuno di noi ha una radice comune e sarà proprio questa accettazione che ci distinguerà dalla scimmia che eravamo.

SemprePat ha detto...

Ringrazio l'amica che mi ha stimolato e convinta a pubblicare questo commento.

Settimina ha detto...

Clap, clap, clap!!!
SemprePat forever.

BURU ha detto...

Ken Russell non ha mai preso un acido, questo è sicuro.
Film interessante ed innovativo visto l'anno di realizzazione che purtroppo però risulta una goffa e buffa rappresentazione stereotipata di determinati "stati di allucinazione", per mezzo di simbologie esasperate e arbitrarie più che pretestuose. Più che coinvolgere diverte e strappa un sorriso.

LuD ha detto...

Pat, meravigliosa come sempre. "Viaggiamo insieme al protagonista attraverso la mente e lo spirito": non riesco ad aggiungere altro.
Pat e Settimina I really LuD YoU