14 febbraio 2012

Tre colori: Film Blu (1993) [Rapidshare]

Dopo aver perduto in un incidente d'auto la figlia e il marito, compositore di successo, Julie (Binoche) tenta di ricominciare da zero sbarazzandosi di tutto quel che la lega al passato, senza elaborare nemmeno un po' il lutto. Aiutata dal caso, è risucchiata dentro la vita e decide di amare il prossimo. Completa una partitura incompiuta del marito (un “Concerto per l'Europa”). Sceglie per il “Memento” del coro il tredicesimo capitolo della prima lettera di Paolo ai Corinti.


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Titolo Originale: Trois couleurs: Bleu
Anno: 1993
Nazione: Francia, Polonia
Durata: 100 min
Regista: Krzysztof Kieslowski
Cast: Emmanuelle Riva, Juliette Binoche, Benoit Regent, Yann Tregouet, Florence Pernel

5 commenti:

Pasquale ha detto...
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LuD ha detto...

Pasquale, mi dispiace perchè so che ormai è diventata una questione personale, ma non mi sembra giusto nei confronti di Eugenio, che è un mio amico, continuare a far leggere a tutti delle tue considerazioni strettamente personali, che hai già abbondantemente espresso. Se vorrai unirti alla nostra famiglia e stare insieme a noi, molto volentieri, sarei la persona più felice del mondo; ma come già ti ha scritto qualcuno, questa tua battaglia contro pollicino è durata già abbastanza :)

Pasquale ha detto...
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LuD ha detto...

No, mi spiace pasquale, nemmeno questo

Settimina ha detto...

La paura... La paura: la paura centra eccome nella vita, a volte.

In qs film - di straordinaria forza e intensità - terso, precisamente esatto, per esempio la paura per un pezzo la fa da padrona.

Paura di non potere affrontare i dolori dell'esistenza, di non poter resistere al richiamo dell'annullarsi, di ritirarsi in una pseudo vita di materassi gettati a terra senza poter chiedere il calore di cui tutti si ha bisogno.

Che cosa aiuta Julie a uscire da questo gorgo? La musica, sembra dire K, e crea con la musica, uno dei personaggi principali dello script a fare da contrappunto alla vicenda di Julie.

Libertà, allora, come nuovo accesso al pensiero quando questo sembra irrimediabilmente bloccato e destinato all'assenza mentre stai nel limbo della solitudine assoluta.

Vidi molto giovane, avevo già gustato il Decalogo e altro di K e all'uscita dal cine dissi al mio accompagnatore, che era uno che ne capiva molto più di me: "Allora K. sa davvero fare i film". E lui mi rispose: "Vedi 7 che, dai e dai, cominci a capirne qualcosa pure tu?". Il che non significa che ciò sia tutto vero neanche adesso.

Ma K resta un punto fermo per me.

Grazie della pubblicazione, fate DL che ne vale tutta la pena. (Quale pena poi?)