Il protagonista del film è Yu (Nishijima Takahiro), un liceale che diventa un ninja pervertito che con salti e capriole fotografa di nascosto le mutandine delle passanti. Ma non lo fa per il brivido erotico, bensì per accontentare suo padre, un prete cattolico (Watabe Atsuro), il quale insiste che Yu confessi i propri peccati, anche quando non ne ha commessi. Da quando inizia i suoi reportage fotografici, invece, ha molto da raccontare quotidianamente a papà.
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Titolo Originale: Ai no mukidashi
Anno: 2008
Nazione: Giappone
Durata: 237 min
Regista: Sono Sion
Cast: Takahiro Nishijima, Hikari Mitsushima, Sakura Ando, Makiko Watanabe, Atsuro Watabe, Yûko Genkaku, Itsuji Itao, Mitsuru Kuramoto, Shinji Miyadai, Mami Nakamura, Koji Ohguchi, Hiroyuki Onoue, Jai West
7 commenti:
Il file non è disponibile su magaupload da ieri. Non se può essere utile come segnalazione.
Temporaneamente non disponibile. Bisogna aspettare.
Grazie, molto apprezzato!! Adesso megaupload va... Puoi metterne altri di Sono? :)
Un film gigantesco, incredibile, tanto che riesce difficile riportarne l'esperienza alla dimensione della parola. Se per comprenderci volessimo rapportarlo a un'opera letteraria, potremmo avvicinarlo a un romanzo russo dell'Ottocento, scritto però con un medium dei nostri giorni (dalla lettura passiamo alla visione) e il rapido ritmo che gli è proprio (sembrerebbe un controsenso in un film di quattro ore, ma davvero non stagna mai).
Del grande romanzo russo - a mio avviso - ha la grandiosità del respiro dei temi individuali, la inesauribile quantità e la qualità quasi insostenibile degli spunti tematici e narrativi, la resa di una medesima realtà vissuta contemporaneamente (e descritta) da vari punti di vista, la ineliminabile provvisorietà delle acquisizioni che man mano il narratore offre allo spettatore, lo stupore per le emozioni che sa suscitare, ma soprattutto la semplicità e conseguenzialità dell'imprevedibile accadere della vita (senza scadere nel surreale), offerto sempre con purezza e a volte anche con ironia, in modo da non stancare mai, rimanendo in un quadro di superiore coerenza finale.
Tutto - e molto altro - proposto in una struttura di categorie significanti interconnesse di notevolissimo impegno: mi riferisco a banali sciocchezze quali libertà, fede, sessualità, conoscenza, controllo, amore, verità, morte, salvezza, identità; e mi fermo alle prime.
Banalità che vengono affrontate da un punto di vista originale per uno spettatore diciamo occidentale, abituato alle sue categorie e al loro significato nella sua cultura (collettiva e individuale).
E questo direi che è una fortuna qui, un valore aggiunto, una ricchezza.
Non solo non oso difatti immaginare come questi temi avrebbero potuto essere affrontati da un regista italiano, europeo (con l'eccezione forse di van Trier) o anche americano (anche qui forse solo con rarissime eccezioni); ma c'è anche un punto di partenza o di vista non succube dei nostri preconcetti o condizionamenti culturali, e dunque forse per questo ancora più coinvolgente.
I temi affrontati non solo ci riguardano tutti (e questo già sarebbe sufficiente), ma possiamo attraversarli con l'aggiunta di un punto di vista quasi metaculturale (senza alcun intento denigratorio a priori per la nostra storia o cultura: si pensi alla stupefacente citazione di Paolo di Tarso, letta due volte - e dunque con due significati diversi - dai protagonisti, dal carattere quasi risolutorio), e dunque più libero e ampio.
La forma in cui la narrazione viene proposta è sempre brillante, non compiaciuta, a tratti ironica (ad esempio le lotte tra bande, le foto di upskirts), in altri grottesca (le scene splatter), in altri quasi melodrammatica, ma mai banale.
Un vero film di culto in tutto il mondo che merita - secondo me - la visione da parte di ogni appassionato di cinema con gli occhi aperti.
Busillis grazie.
Leggere i tuoi commenti è un vero diletto.
Spero di vederne sempre di più.
Pat
Quoto Busillis, che Non stagna mai e che ri-invito a continuare a scrivere.
E Pat per l'invito a lui a scrivere più spesso.
Per il film, ri-quoto Busillis: occhi aperti perché a volte la parola nn basta.
Vero culto, rivedrò con piacerissimo appena posso.
Non ho visto questo film, ma dopo aver letto la recensione di Busillis non riesco ad esimermi.
Grazie e quoto 7 e la gatta: ti prego di continuare a scrivere.
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