Con la somministrazione di droghe chimiche e l'immersione periodica nella realtà virtuale (paesaggio cibernetico a 360 gradi che trasporta in una dimensione semionirica che non esclude la facoltà di libera determinazione), scienziato (Brosnan) trasforma il mite Jobe (Fahey), ritardato mentale, in un individuo di intelligenza e aggressività superiori alla media, con corredo di poteri telepatici, telecinetici e pirotecnici. Jobe, in un furioso sballo mistico, tenta di acquisire il controllo dell'universo.
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