Gianna Abbastanzi, segretaria di un avvocato per centomila al mese, è stanca: il datore di lavoro la sfrutta ignobilmente; il fidanzato Claudio si nasconde appena sente suonare il campanello d'allarme di una gravidanza che non ci sarà; la famiglia le impone una routine miserabile. Assistendo a una squinternata opera dell'assessore Tarcisio Monti su "Giovanna d'Arco", Gianna si muta in Giovanna, propone la partenza per la metropoli, poi si ferma a Ravedrate (in alta Lombardia) per frequentare il corso da vigile urbano. Promossa come prima della classe, intraprende una campagna di moralizzazione della cittadina, applicando rigidamente tutti i regolamenti. Se le numerose multe appioppate la rendono invisa, i rapporti sul biscottificio Brembati, sul mattatoio provinciale, sugli stessi suoi superiori, provocano uno scandalo nazionale e una battaglia senza esclusione di colpi poiché dietro al Brembati sindaco ci sono il fratello senatore e quello cardinale, nonché tutte le personalità dell'amministrazione locale.
La morte per presunto suicidio di Cesare Bonfigli, capo di una famiglia emiliana i cui membri sono tutti coinvolti in affari illeciti di enti immobiliari e assistenziali, induce il Ministero a inviare sul posto il funzionario Mario Aldara, ex commissario e, vent'anni prima, fidanzato di Viviana, la vedova del suicida. Aldara non tarda a scoprire la vita corrotta dei Bonfigli e i relativi interessi nell'omicidio del congiunto. Il caso, però, diviene chiaro solo quando trova in mano a Cecé - usuraio travestito da barbone - un assegno del defunto per una grossa somma, firmato il giorno della morte. Destinatario dello stesso era Pietro, fidanzato di Patrizia, dalla quale Mario scopre le manie del bruto, solito pagare profumatamente delle dodicenni da corrompere. Chiusa felicemente l'inchiesta, il commissario torna a Roma, preceduto da Patrizia che si è innamorata di lui.
Alla vigilia di parate in Roma la centuria di Vinicio si trova a contare pochi e scalcinati pretoriani. Tizio e Caio, due contadinotti reclutati a viva forza, si travestono da donne e finiscono in un mercato di schiave ove vengono prelevati per pochi sesterzi da Tigellino che opera per conto di Poppea. Brutte e sgraziate le presunte Tizia e Caia sono assunte con piacere dalla Divina che in tal modo intende punire le scappatelle ancillari di Nerone. Nel frattempo, caduti nel bel mezzo degli intrighi di palazzo orditi da Seneca, Lucano e Pisone, Tizio e Caio rivelano la propria natura mascolina e si schierano dalla parte di Poppea, giungendo anche a fungere da Pretoriani. Tizio, innamorato della schiava cristiana Lucilla, rischia di finire in pasto ai leoni nell'arena. Infatti proprio i due amiconi, nel corso di una delle loro innumerevoli avventure, hanno dato fuoco alla Urbe e hanno provocata la persecuzione.
Vita quotidiana di alcuni componenti di uno squadrone di cavalleria in una caserma francese nei primi anni del Novecento. C'è il maresciallo integerrimo, il generale sempre con la testa tra le nuvole, il soldato donnaiolo, quello a cui non va mai bene nulla e quello che trascorre la maggior parte del tempo nella cella di punizione...